I
pesci di questo gruppo, come dice il nome, hanno lo scheletro osseo e
colonizzano tutti i tipi di acque: saline, salmastre e dolci; le loro
dimensioni sono variabili ma la maggioranza di essi è lunga meno
di un metro. Il Museo possiede 76 esemplari di pesci ossei, appartenenti
a 43 specie classificate. La provenienza degli esemplari è varia,
molte sono le specie dei nostri mari, come numerosi sono gli esemplari
provenienti da mari lontani.
Particolarmente
interessanti per i loro colori, ma anche per le insolite forme sono i
pesci delle barriere coralline come il pesce balestra (Balistes
carolinensis), così chiamato a causa della prima
spina della pinna dorsale anteriore che è durissima e può
rimanere in posizione eretta costituendo una temibilissima arma. Nelle
barriere coralline vivono anche pesci molto velenosi come il pesce bolla
(Fugu rubipes) ed il pesce palla macchiettato
(Ephippion maculatum) che contengono la tetrodotossina,
un veleno molto potente. La possibilità che hanno questi pesci
di gonfiarsi (grazie ad un sacco annesso allo stomaco) e la presenza di
spine sulla superficie del loro corpo, li preservano dagli attacchi dei
predatori.
Di numerosi aculei
è fornito il pesce istrice (Diodon hystrix),
ed è anch'esso in grado di gonfiarsi se si trova in pericolo. Sono
davvero curiosi i pesci scatola con il loro corpo rigido e coperto di
placche ossee regolari. A causa della loro rigidità nuotano talmente
male e lentamente da lasciarsi catturare con le mani nelle acque basse
delle barriere coralline dove vivono; ne sono esempio l'Ostracion
tricornis e l'Ostracion cubicus.
Un altro spettacolare abitante di questi luoghi è il pesce angelo
(Heniochus acuminatus) apprezzato sia per la
bellezza della sua livrea bianca solcata da due bande nere verticali,
che per la bontà delle sue carni.
Fra le specie
di mari più vicini a noi troviamo la remora comune (Remora
remora) che vive in alto mare dove si attacca a scafi, squali
o tartarughe, percorrendo così centinaia di chilometri senza consumare
energia. Un'antica leggenda narra che nel 31 a.C. in vicinanza di Azio
la battaglia fra Antonio ed Ottaviano sia stata fatale per Antonio a causa
del gran numero di remore che si sarebbero attaccate allo scafo delle
sue navi impedendo loro ogni manovra ed esponendole ai colpi della flotta
nemica. Un pesce molto comune nel Mediterraneo è l'agile e veloce
pesce spada (Xiphias gladius) che si serve del
suo rostro a lama per fare razzia di pesci nei banchi. Nelle praterie
di posidonie è facile vedere il cavalluccio di mare (Hippocampus
hippocampus), unico pesce ad avere la testa ad angolo retto
rispetto al corpo, proprio come nell'uomo, perché, come l'uomo,
si muove "in posizione eretta" nel suo ambiente.
I cavallucci sono
anche singolari per il fatto che è il maschio ad incubare le uova
già fecondate in una tasca ventrale; qui esse si schiudono lasciando
uscire all'esterno i piccoli cavallucci di mare. Lungo le coste europee
e nel Mediterraneo è comune lo storione (Acipenser
sturio) che gli antichi romani servivano coperto di fiori,
adornato con stoffe preziose e condito con svariate e fantasiose salse
accolte in urne di metalli preziosi, a sottolineare la prelibatezza delle
sue carni. La vescica natatoria di questo pesce, opportunamente trattata,
diviene la ben nota colla di pesce che in commercio si trova in sottili
fogli di color giallo chiaro. Le sue uova costituiscono il prelibato caviale.
Balistoides conspicillum
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