Le
spugne, i pił primitivi tra gli animali multicellulari, sono per la maggior
parte sessili, vivono infatti fissate su rocce, conchiglie e coralli,
poche specie sulla sabbia: in genere prediligono le basse profonditą dove
arricchiscono con i loro brillanti colori lo scenario acquatico.
Si nutrono di microrganismi filtrando
una grande quantitą d'acqua attraverso i loro microscopici pori (Poriferi
= portatori di pori).
Nella collezione del museo, Euplectella
aspergillum, appartenente alla classe delle ialosponge (spugne con scheletro
vitreo), è un esempio di rara delicatezza: il suo scheletro cilindrico
sembra intessuto con una sottile rete di fili di vetro.
All'interno di
questa spugna spesso vivono il maschio e la femmina del gamberetto
Spongicola venusta.
Le piccole larve del crostaceo
entrano attraverso i pori della spugna, vi si accrescono nutrendosi di
tutto ciò che entra con l'acqua inalata e, divenuti più
grandi dei fori che li circondano, finiscono per non poterne più
uscire.
Le larve che producono,
invece, abbandonano la spugna con l'acqua che questa esala e vanno a cercarsi
un'altra dimora.
Per questa ragione
Euplectella è considerata in Giappone
il simbolo della fedeltà coniugale ed è offerta come dono
di nozze. Euspongia officinalis è invece
la comune spugna da bagno il cui commercio era fiorentissimo in passato.
Queste spugne hanno uno scheletro morbido fatto di fibre proteiche che
va "liberato" dalle cellule dell'organismo prima di poter essere
utilizzato.
L'introduzione sul mercato di
spugne sintetiche ad un costo molto inferiore rispetto a quelle naturali
ne ha limitato notevolmente l'uso, restringendolo a particolari settori
quali l'oreficeria e la cosmesi.
Spongia agaricina
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