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Musei Privati, Servizi Pubblici e Cultura

di FERDINANDO BOERO
Ordinario di Zoologia – Università di Lecce

Non è difficile, in questi tempi di smania di privatizzazione, il giustificare l'esistenza di un Museo Privato di Storia Naturale. E' ancora meno difficile farlo a Lecce, dove non esiste un Museo Pubblico di questo tipo. Io, come il servitore civile (come si definiscono gli impiegati statali nei paesi anglosassoni), non vedo grandi differenze tra strutture pubbliche e private: entrambe devono funzionare, pena la chiusura! Da noi, purtroppo, si accetta con rassegnazione che le strutture pubbliche siano destinate a funzionare male, pretendendo di trovare nel passaggio al privato un rimedio al loro malfunzionamento. Ma questa è un'altra storia.

Perché si costituisce un Museo Privato? Per far soldi? Non credo proprio. Di solito lo si fa per mettere in mostra una collezione, per la gioia di mostrare agli altri quel che si è riuscito a realizzare con la propria passione. E questo è anche il caso del Museo di Storia Naturale di Fulgenzio. I missionari sono andati in giro per il mondo e, oltre a diffondere il Verbo (e a fare molte altre cose, come costruire scuole e ospedali), hanno raccolto testimonianze della cultura e della natura delle zone in cui hanno operato e operano. Le hanno mandate in Italia e le hanno accumulate, fino ad arrivare ad avere a disposizione una ilmassa critica di reperti che ha giustificato l'apertura di un Museo. Così hanno fatto i Frati Minori, e Lecce si è trovata con un patrimonio culturale in più. Un patrimonio che è curato, ampliato e messo in mostra con giustificato orgoglio. Ha un senso questo orgoglio, a parte una poco giustificabile voglia di apparire? Il Museo viene visitato da scuole, da singoli privati, da gruppi di turisti. Moltissimi sono bambini. Spesso non si accorgono neppure di trovarsi in un edificio gestito da religiosi, se non fosse per l'inconfondibile abbigliamento medioevale del ilcapo del Museo. In tempi recenti la gestione del Museo ha pensato bene di allestire pannelli esplicativi del materiale messo in mostra, per fornire informazioni basilari sui reperti. La guida che avete in mano rappresenta un ulteriore sviluppo di questa ilvoglia di spiegare. Torna su

Il Privato, quindi, sta svolgendo a Lecce una funzione che dovrebbe essere anche del Pubblico, e che il Pubblico ha lasciato da parte. Poco male, l'importante è che qualcuno le faccia, le cose che andrebbero fatte. Un Museo di Storia Naturale serve per aiutarci a capire il senso della natura che ci circonda. Spesso non apprezziamo adeguatamente le cose che incontriamo nella vita quotidiana. Se queste cose sono in un Museo, ci sembra logico attribuir loro un valore superiore. Gli Italiani, purtroppo, non sono molto amanti della natura, basta guardare come trattano il loro territorio. Eppure molte discipline che riguardano lo studio della natura hanno avuto la loro alba in Italia, in tempi molto antichi. Ma questa voglia di studiare la natura, di preservarla pur continuando ad usarla, l'abbiamo persa per strada. Il Salento, poi, è molto ingrato nei confronti dei suoi figli che hanno passato la vita a studiare la natura. Si parla del Salento come terra di giuristi insigni. Tutti mi dicono che il territorio è ilvocato alla giurisprudenza. Sarà. Ma Salvatore Trinchese era un naturalista, e così erano Oronzo Gabriele Costa e Francesco Saverio Poli. La via principale di Lecce è dedicata ad uno studioso di lumache marine (Trinchese) ma, se provate a chiedere a chi vi passeggia: chi era Trinchese? vi sentirete rispondere: un patriota, un avvocato, un poeta e, alla fine, al sapere che era uno zoologo, l'interlocutore resterà deluso. Perché mai dedicare una strada a uno che studiava le lumache (per di più marine, che nemmeno si mangiano)? Il Salento, quindi, ha perso la vocazione allo studio della natura o, comunque, la ha dimenticata (ben lo sanno i miei tanti amici che tengono in vita associazioni ambientaliste). A ricordargliela c'è il Museo di Storia Naturale di Fulgenzio. Di sicuro non basta, ma è tutto quello che abbiamo a Lecce, in termini di strutture permanenti, è un bene prezioso ed è una testimonianza di quel che si dovrebbe fare istituzionalmente. Visitiamolo più spesso e vogliamogli bene, senza dimenticare che è inserito in un complesso che ospita anche un cinema, una biblioteca, un museo cinese, una sala conferenze, un centro anziani e una pinacoteca. Volendo parlar forbito, lo si può definire un Centro Culturale polifunzionale. Che funziona con le proprie forze. Torna su

So che la religione implica la possibilità dei miracoli, ma i miracoli sono eventi eccezionali. Uno non può andare avanti a miracoli quotidiani. Per me è un miracolo che il museo sia aperto nelle ore stabilite, che sia pulito in modo impeccabile, che i reperti siano tutti in buono stato di conservazione… e che l'ingresso sia gratuito. Sono contrarissimo a finanziare strutture private con soldi pubblici, quando queste funzionano come ilmacchine da soldi. Ma, ritornando alle privatizzazioni, forse sarebbe il caso di invertire la tendenza e pensare a render Pubbliche, almeno in parte, le strutture Private che hanno un ruolo sociale e culturale di supporto alle strutture pubbliche. Ogni scuola Pubblica non può permettersi un ilcentro culturale polifunzionale, pena il tenerlo quasi sempre inutilizzato: ne basta uno per una città come Lecce. I Comuni salentini e la Provincia (magari anche l'Università) dovrebbero trovare un modo per poter usare il ilcentro dei Frati Minori giorno e notte, come un laboratorio permanente. Facendolo restare in vita senza bisogno di miracoli, facendolo crescere ancora perché ha un ruolo culturale insostituibile. Ma queste sono utopie, se si dovessero avverare, allora sì che si potrebbe parlare di miracolo! Nel frattempo, senza star lì ad aspettare che qualcuno gli risolva il problema, il mio amico Padre Rosario va avanti per la sua strada e, ogni tanto, mi dà l'opportunità di essergli compagno per un pezzetto. Non posso che ringraziarlo per avermi chiesto di presentare questo volume, facendomi sentire ancora più parte della vita della città in cui ho la fortuna di vivere e lavorare. Torna su

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ultimo aggiornamento
31 Agosto 2006