Felci,
Licopodi ed Equiseti sono le più antiche piante vascolari che conosciamo;
erano già presenti 350 milioni di anni fa, nel periodo Siluriano.
Nel successivo
Carbonifero (280 milioni di anni fa) l'Europa centrale era ricoperta da
lussureggianti foreste di pteridofite, le cui testimonianze si ritrovano
nei giacimenti di carbon fossile della Rurh (Germania) o del bacino di
Saint-Etienne (Francia).
Nella collezione
del Museo si possono ammirare alcune moderne pteridofite: la Felce aquilina
(Pteridium aquilinum), elegante abitatrice di
boschi e brughiere, amante di suoli ricchi di silicio; la Cedracca (Ceteracha
officinarum) o Erba dorata che cresce sui vecchi muri; la
Felce maschio (Dryopteris filix-mas), un po'
tossica, di aspetto simile alla prima, presente in ambienti ombrosi come
i sottoboschi.
Come tutte le
Pteridofite, anche le Felci citate non possiedono fiori ma, sulla pagina
inferiore delle foglie, sono dotate di particolari organi detti Sori,
al cui interno si trovano le spore.
In condizioni
favorevoli di umidità, le spore possono germinare sul terreno,
dando origine ad una lamina verde e piatta chiamata Protallo.
Sulla pagina inferiore
di quest'ultimo, quella rivolta verso il terreno e quindi più umida,
gli organi della riproduzione presenti producono anterozoidi maschili
ed oosfere femminili, dalla cui unione in presenza di acqua nascerà
e si svilupperà una nuova felce.
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