Il culto idolatrico e superstizioso che si presta a tutti gli idoli consiste nell’accendere dinanzi al trono candele steariche (fatte con grassi animali) generalmente rosse o gialle (rosse in tempo di gioia e gialle in tempo di lutto) ed alcuni bastoncini d’incenso i quali si piantano e si fissano diritti nella cenere del vaso posto nel mezzo. Ciò fatto il devoto o la devota si prostra battendo la terra e toccandola con la fronte due o tre volte mentre fuori dalla pagoda o dalla casa un parente recita una filastrocca di castagnole.
Dopo di ciò il devoto si mette in piedi, suona un campanello picchiandolo con una mazza e infine tira la sua sorte, estraendo a suo piacere un cartellino incartocciato da un bossolo di bambù. Il cartellino viene consegnato al bonzo che lo apre, legge la lettera o il numero scritto, e in base a questo fa il sortilegio e la divinazione. Queste cerimonie vengono ripetute nelle pagode e nelle famiglie il primo e il quindicesimo giorno del mese lunare.
Per implorare ed ottenere i figli, le donne ogni anno fanno dei pellegrinaggi in corteo alle pagode più celebri delle montagne più o meno lontane, presso città e paesi limitrofi. Ivi, dopo la prostrazione di rito, strisciano sedute, dall’ alto in basso, su dei lastroni di pietra messi a scivolo. Ciò avviene il terzo giorno della terza luna che corrisponde quasi sempre al mese di aprile.