La nascita del Museo

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“E i miei frati si spargano per il mondo”. Questo desiderio di Francesco d’Assisi, da lui stesso attuato recandosi in Palestina tra i musulmani per annunciare il Vangelo, fu subito accolto dai suoi primi compagni e divenne uno degli impegni principali nella storia dell’Ordine francescano. Già sul finire del sec. XIII troviamo nella lontana terra dei Tartari i pionieri delle missioni in Estremo Oriente come Giovanni da Montecorvino, Odorico da Pordenone, Giovanni da Pian del Carpine, ecc.

Anche i frati del Salento dalla fine dell’Ottocento ebbero delle presenze nella Cina continentale quali Fr. Ferdinando Lacerignola, P. Onorio Doria e, poco dopo, P. Egidio Santoro. La storia del nostro Museo Missionario Cinese è legata fortemente alle vicende storiche del missionario padre Egidio Santoro, nato a Massafra il 13 novembre 1884. Dal 1909 al 1947 padre Egidio svolse la sua attività missionaria nella Provincia dell’Hupè, e nei circa 40 anni trascorsi in Cina, ebbe modo di comprare e conservare alcuni oggetti interessanti  con l’intento di portarli poi in Italia e creare un piccolo Museo Etnografico per far conoscere la grande Cinese civiltà alla nostra gente. Tra il 1930 e il 1940 in diverse spedizioni mandò in Italia il materiale da lui raccolto di cui ci lascia un inventario annotato in una agendina che conserviamo gelosamente tra i suoi effetti personali presenti nella Sala di Storia del Museo.

Purtroppo il Padre Santoro non potè realizzare completamente il suo sogno perché fu raggiunto da morte il 18 dicembre del 1962.

Nel 1963, l’allora ministro Provinciale dei Frati Minori del Salento, Padre Egidio De Tommaso cominciò l’esposizione di alcuni  reperti  portati dalla Cina dal Padre Santoro ( ad esempio le monete, alcune armi, ecc.) collocandoli nell’ammezzato della cinquecentesca villa Fulgenzio della Monica adiacente il Convento S. Antonio a Lecce, in cui aveva già sistemato la Pinacoteca d’Arte Francescana.

Contemporaneamente lo stesso Padre De Tommaso, ottimo Naturalista, collocava la sua collezione malacologica nella grande sala di Lettura della biblioteca R. Caracciolo situata al piano terra della stessa villa Della Monica; diventava così questo secondo nucleo di reperti l’avvio alle collezioni naturalistiche del futuro Museo.

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